La prima curiosità che spunta nella presentazione della mostra internazionale Malkovich, Malkovich, Malkovich – Omaggio ai grandi maestri della fotografia, che sarà ospitata nelle sale del Castello Ladislao di Arpino dal 12 giugno al 26 settembre prossimi – riguarda certo l’idea che ha accompagnato la nascita di un progetto culturale così importante. L’ha spiegata con un pizzico di orgoglio il presidente della nostra associazione IndieGesta, Alessandro Ciotoli, nel corso della conferenza stampa organizzata nella sala teatro dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone: “La nostra associazione è conosciuta soprattutto per l’evento che ogni anno, da quindici anni a questa parte, ci vede impegnati in oltre cinquanta volontari per l’organizzazione del festival internazionale del cortometraggio. A marzo 2020 eravamo a pochi giorni dall’inizio della 15esima edizione del Dieciminuti Film Festival quando ci siamo scontrati contro il muro della pandemia. Per oltre un anno e mezzo, dopo un’edizione online del festival, ci siamo messi a pensare a nuovi eventi da curare all’uscita dall’emergenza sanitaria. Mentre facevamo questo è arrivato un messaggio su Facebook da una ragazza di Milano, Chiara Spinnato (referente italiana dell’agenzia DiChroma concessionaria della mostra), che si rivolgeva a noi chiedendoci contatti sul territorio di Frosinone per organizzare una mostra di fotografia. Prima ancora di conoscere la portata dell’iniziativa avevamo già detto a Chiara: la organizziamo noi! Con il tempo abbiamo capito non solo di aver osato il giusto ma anche di averlo fatto scegliendo i partner migliori. Quando siamo stati ricevuti dalla consigliera Battisti, dalla direttrice Rea, avevamo preparato spiegazioni e approfondimenti ma dopo pochi minuti con loro li avevamo già convinti. Avevano capito subito anche loro, come noi, il potenziale enorme di questo progetto culturale. L’idea cui lavoravamo era di invertire la rotta.

A giugno IndieGesta festeggerà i venti anni di attività sul territorio, una realtà associativa che ha nell’organico l’80% di soci under 35; cercavamo un’idea che potesse segnare il percorso fatto e allo stesso tempo che ci aiutasse a guardare al futuro, in un territorio fortemente penalizzato anche e soprattutto in questa fase di smarrimento. Ci trovano d’accordo quelli che come noi pensano che la cultura sia uno dei settori in grado di trainare un movimento virtuoso per il territorio. Posso fare un esempio concreto come il festival di Giffoni che ci vede coinvolti grazie ad una collaborazione suggellata qualche anno fa. Il nostro obiettivo era quello, quindi, di riuscire a mettere insieme Istituzioni e partner diversi per provare a realizzare un’impresa culturale. La mostra internazionale di fotografia di Sandro Miller è, a nostro avviso, una delle soluzioni più ‘folli’ che ci potessero capitare. Non sarà una mostra come quelle che andiamo a vedere nelle metropoli, sarà anche come quelle, ma regalerà qualcosa in più: ci sarà il lato forte della Ciociaria, il lato familiare. Sandro Miller voleva fare questa mostra in Ciociaria più di quelle che ha già fatto a Tokio, a Pechino, a New York perché sua madre, Elena Paris, era di Ferentino e da qui è emigrata negli Stati Uniti d’America nel 1947. Lui è venuto in Italia da bambino e ha dei ricordi straordinari della Ciociaria: quando lo abbiamo sentito per intervistarlo, i suoi racconti si sono concentrati soprattutto su questi aspetti, più che sui dettagli della mostra. Ricorda con affetto le immagini della nonna che cucinava le fettuccine nella loro abitazione di campagna. Da qui il nostro impegno presso il sindaco di Ferentino e presidente della Provincia Antonio Pompeo nella speranza di poter permettere a Miller di ottenere la cittadinanza italiana. La prima settimana di agosto Sandro Miller sarà qui e ci dedicherà tempo per una serie di iniziative che stiamo definendo: una masterclass, un incontro tra le sale della mostra e una visita istituzionale nella ‘sua’ Ferentino.
Quello che abbiamo promosso è anche un investimento sul territorio: il sostegno della Regione Lazio e di quanti hanno creduto alla nostra iniziativa resterà tutto nella regione Lazio attraverso tutti quelli che lavoreranno alla mostra”.