Il diritto alla cultura non deve avere confini. IndieGesta aderisce alla campagna mondiale “Bring back our girls” per la liberazione delle oltre 200 liceali rapite a metà aprile dagli uomini di Boko Haram, nel nord della Nigeria. Un’azione organizzata dagli estremisti islamici contro la coraggiosa scelta di quelle ragazze di costruirsi un futuro seguendo un percorso scolastico. Aderire all’appello con l’hashtag #BringBackOurGirls, lanciato sui social network anche dalla giovane attivista pakistana Malala Yousafzai, significa dire no all’ignoranza del terrore.
IndieGesta sta mettendo in campo diverse iniziative in proposito. Oggi pomeriggio è stata protocollata al Comune di Ceccano una richiesta di Ordine del Giorno che sostenga la campagna, questa la bozza del testo presentato:
“Il Consiglio comunale di Ceccano
premesso che:
il 14 aprile scorso, sono state rapite da esponenti del gruppo terroristico Boko Haram, 276 ragazze di età compresa tra i 12 e i 17 anni, mentre erano a scuola a Chibok, nello stato nigeriano di Borno;
il 5 maggio scorso, il leader di quel gruppo terroristico, Abubakar Shekau, ha rivendicato in un video il rapimento avvenuto tre settimane prima; nel video di rivendicazione ha sostenuto che 53 di loro sono riuscite a fuggire e che 223 sono ancora nelle mani dei miliziani, in attesa di essere vendute o costrette a matrimonio forzato;
considerato che:
Boko Haram è un’organizzazione terroristica nata nella seconda metà degli anni 90, protagonista di numerosi rapimenti e uccisioni di professori e studenti, diffusa nel nordest della Nigeria che dichiara di voler abolire il sistema secolare e imporre la sharīʿa nel Paese; il movimento, il cui nome in lingua hausa, Boko Haram, è traducibile come “l’educazione occidentale è peccato”, è stato ritenuto responsabile di centinaia di omicidi in Nigeria ed ha rivendicato numerosi attentati terroristici; il leader Abubakar Shekau ha dichiarato di tenere le studentesse «come schiave» e di averle rapite perché «l’educazione occidentale deve cessare». La colpa delle ragazze è stata quella di studiare: «Devono lasciare la scuola ed essere date in spose»;
visto che:
il movimento di protesta chiamato “Bring back our girls”, nato dolpo il rapimento, ha ottenuto numerose manifestazioni di adesione, tra cui quella di Malala Yousafzai, la studentessa pachistana divenuta un simbolo del diritto all’istruzione delle donne in tutto il mondo; la campagna web #BringBackOurGirls ha dato il via ad una forte mobilitazione internazionale che ha visto schierarsi tra gli altri Michelle Obama, Papa Francesco e numerosi leader europei attraverso i rispettivi profili twitter; molti paesi hanno hanno offerto il loro aiuto al Governo nigeriano per la ricerca delle ragazze rapite; il Ministro Mogherini si è impegnata a sollecitare una mobilitazione europea per il rilascio delle ragazze chiedendo che ci sia un coordinamento ed un’azione comune dell’Unione europea ed esprimendo soddisfazione perché il Consiglio UE Affari Esteri ha inserito l’argomento nell’ordine del giorno dei suoi lavori su richiesta dell’Italia; riconosciuto l’impegno di quelle famiglie a valorizzare l’istruzione delle loro figlie;
considerate inoltre:
le dichiarazioni ufficiali di Amnesty International che accusano il Governo nigeriano di aver sottovalutato la situazione;
vista
la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata il 20 novembre 1989 nella quale, frai diritti dei bambini vi è quello a ricevere un’istruzione: “Art. 28 Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all’educazione, e in particolare, al fine di garantire l’esercizio di tale diritto in misura sempre maggiore e in base all’uguaglianza delle possibilità: a) rendono l’insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti; b) incoraggiano l’organizzazione di varie forme di insegnamento secondario sia generale che professionale, che saranno aperte e accessibili a ogni fanciullo, e adottano misure adeguate come la gratuità dell’insegnamento e l’offerta di una sovvenzione finanziaria in caso di necessità; c) garantiscono a tutti l’accesso all’insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione delle capacità di ognuno; d) fanno in modo che l’informazione e l’orientamento scolastico e professionale siano aperte e accessibili a ogni fanciullo; e) adottano misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola. Gli Stati parti adottano ogni adeguato provvedimento per vigilare affinché la disciplina scolastica sia applicata in maniera compatibile con la dignità del fanciullo in quanto essere umano e in conformità con la presente Convenzione. Gli Stati parti favoriscono e incoraggiano la cooperazione internazionale nel settore dell’educazione, in vista soprattutto di contribuire a eliminare l’ignoranza e l’analfabetismo nel mondo e facilitare l’accesso alle conoscenze scientifiche e tecniche e ai metodi di insegnamento moderni. A tal fine, si tiene conto in particolare delle necessità dei Paesi in via di sviluppo.”;
considerato
che da diversi anni il Comune di Ceccano ed in particolare il Consiglio comunale si impegnano a promuovere azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su queste tematiche;
condanna
quanto avvenuto il 14 aprile scorso a Chibok, nello stato nigeriano di Borno;
invita
gli Enti locali della provincia di Frosinone a promuovere iniziative di approfondimento di questi temi e a sensibilizzare l’opinione pubblica in merito;
il Governo italiano a fare quanto di propria competenza per chiedere alle autorità nigeriane quali misure sono state avviate per affrontare quella drammatica situazione”.