Dopo il giusto recupero fisico ed emotivo – forte è la malinconia che ci portiamo dietro nell’avervi salutati – il nostro presidente, quello che vede sempre e sente tutto, ha tirato le somme di questa diciottesima edizione.
“La nostra generazione è una moltitudine di persone che non hanno bisogno dell’anagrafe per fare quello in cui credono.
Puoi avere 20 anni e dirigere 25 persone nel reparto più complesso e articolato del Festival.
Puoi avere 17 anni e gestire un impianto audio/luci davanti a centinaia di persone e non avere mai problemi in 6 serate.
Puoi essere un gruppo di 55 pazzi con idee, età, attitudini, carattere e provenienze diverse e riuscire a fare un evento capolavoro, senza intoppi, riempiendo una grande sala di altrettanti pazzi che vogliono solo poter dire “stasera esco perché c’è il Dieciminuti”, oppure “stasera vado a Ceccano perché c’è il Dieciminuti”.